Wednesday, May 23, 2012

Catarsi-Clistere

Ballard era un genio.
Io lo so. Forse qualche altro mio amico lo sa. Ma non basta.
Tutti lo devono sapere e tutti lo devono ammettere.
Nella sua fattispecie si tratta di genio profetico.
Nella trilogia "Cocaine Nights - Super Cannes - Millennium People" Ballard è riuscito a fare una summa precisa e sottovalutatissima del futuro prossimo della nostra società.
In un complesso "villaggio" dove atarassici e annoiati, quasi sedati, ospiti conducono una vita reclusa di silenziosi ozii, alcuni individui vengono nominati come anonimi portatori di violento "cambiamento". Un cambiamento radicale che negli ospiti avverrà come sotto pelle e naturalmente.
Avete mai provato a vedere cosa succede, prima in casa, poi nell'intero condominio, e poi anche nella casa di fianco, quando capita un lungo black-out?
Dapprima si cercano torce e candele. Poi si esauriscono le batterie, finisce la cera, e l'ente preposto all'elettricità non si fa vivo.
Quindi si va a bussare al vicino, che troveremo già sul pianerottolo, anch'esso bisognoso di conferme, di calore umano.
Si diventa tutti immediatamente prodighi di voglia di aiutare e di compatire, tutti più aperti all'altro, più umani, più disponibili e generosi, in quanto immersi in un "mal comune mezzo gaudio" che ci fraternizza.
Si scende nella stanza della centralina elettrica, si constata tutti quanti che il guasto è una cosa lunga, si avverte un brusio in istrada e si scopre che anche i vicini dell'altra casa sono senza luce ed energia da tre ore.
Ci si scambia addirittura i cellulari per aggiornarsi nel caso ci si dividesse per i turni in centralino e nelle reciproche abitazioni. Ci si offrono caffè o cicchetti per confortarsi, per rincuorarsi, per corroborare quella che sembra una nuova amicizia inossidabile.
Ci si chiede, ma come mai prima non ci si cagava neanche per sbaglio?
Come mai, prima, appena uno parcheggiava un decimetro più in là dalla propria striscia riservata si tiravano in ballo odii e faide ataviche?
Ci si dà pacche sulle spalle e l'atmosfera si scalda, si scopre che quello del primo piano, quel "comunista di merda", peró ha un bel humour. La troia mantenuta di rimpetto in realtà è una brava donna, una persona sola che sta a galla grazie alla durissima danza delle uova.
E quindi?
E quindi non c'è da stupirsi se ci si sente tutti più buoni e uniti quando in un periodo di loffiezza morale, di mancanza di fattori cementificanti ed edificanti, in un momento nel quale tutti e ripeto tutti ci si sente persi e abbandonati accade uno o più fatti catastrofici.
Ha lo stesso effetto del colosseo ai tempi di Nerone.
Una purga generale benefica.
La catarsi mediante il clistere.
Si assiste quindi a parossistici effetti di fanatismo mediatico.
Gente che di punto in bianco diventa garante del giusto, del gusto, del bene, del conveniente.
Dai il soldino al barbone e ti senti sollevato e con la coscenza leggera, ma con lo stesso animo metti lo zingaro alla forca.
Il dissidente e inammissibile.
L'anticonformismo diventa il conformismo più radicale e benpensante.
Le convinzioni si saldano.
Sorgono nuove dittature ben più subdole del comunismo e del fascismo.
Ci impongono codici a barre e micro-chip che ci controlleranno onde evitare comportamenti non conformi alla "benenza" imperante.
Viene distribuito del gin di partito quotidianamente e tutti stanno buoni.
Le cellule pazze, perverse riformiste del nuovo ordine "Comune" delle cose, verranno accantonate in nuovi campi di concentramento e gasate irrevocabilmente.
Siamo contenti ora?
Siamo tutti uguali ora?
Siamo tutti benenti ora?
Siamo tutti giusti ora?
Obbedire è difficile ma comandare è peggio.
O meglio?

Ma ci staremo chiedendo cosa succede negli attimi immediati dopo una sana purga?
Posso rispondere tramite le rime autoreferenziali che scrissi particolarmente ispirato qualche tempo fa.

Il reverendo di Rogorendo

Ecco vedoti riverire
Il reverendo di Rogoredo
Oh che dolcie avvenire
Stringer mano al medio evo

Il vin santo coi cantuzzi
Pel sagrado a elargire,
In cappella presto accorri
La novella add'ascoltare

Oh che dolcie lithania
Odrai per la sacrestia,
Senti il gemito velato
Par si quasi un belato

Ma or dalla porta vedi
Intuente lo sgomento
Culo all'aria scorreggiando,
Con malizia il reverendo.

Oh che gran soddisfazione
Spernacchiar tutte le ore
Con le chiappe a tappo rimosso
Gran concerto a più non posso.

...Ed egli avea del cul fatto trombetta.

Tuesday, May 8, 2012

Freaks - I segni.

Si dice che il primo dell'anno la prima persona che si deve vedere o sentire al mattino appena svegli debba essere un "uomo", pena la sfiga tutto il resto dell'anno.
Applichiamo questo semplice principio anche al resto della quotidianità annuale e vediamo cosa succede.
Per esempio cosa vuol dire quando esci di casa e la prima cosa che vedi in successione sono un gruppo di tre tetraplegici in sedia a rotelle seguiti, due vie dopo, da due paralizzati novantenni sempre in sedia a rotelle con ossigeno, e dirigendosi verso via Dante, ma potrebbe essere qualsiasia altra via, un nano ipofisiario (toh, un cugino genetico) che appollaiato su un predellino mi fissa con fare ipnotico.
Come interpretare tutto ció?
È del tutto casuale o anche nel caso esiste un modo per interpretare le figure pittoresche presentantisi?
Amo pormi domande più che risposte, si è capito da un pezzo.
Ma cerchiamo di mettere da parte l'ipocrisia e il benpensiero falsamente buonista e analizziamo la cosa sotto un altro punto di vista.
Quello dell'esempio opposto.
Putacaso (dal vocabolario: "puttana" + "caso").
Mi sveglio, faccio le mie abluzioni, le mie somministrazioni, etcetera etcetera.
Poi scendo in istrada e in successione.
Vedo una bella figa che mi sorride. Due belle fighe che mi sorridono. Giro l'angolo ed ecco altre tre belle fighe che mi salutano.
Fanno ciao con la manina.
L'ottico che mi offre un caffè.
Il barista che mi offre due dita di San Pellegrino.
20 gradi senza vento.
Rispunta il cardigan che ho perso l'altro giorno facendo un caso di stato.
Faccio il gratta e vinci e vinco.
Come interpreto questi altri segni invece?
Che senso ha tutto ció?
Non cercheró di cavare un ragno dal buco, che magari nel suo buco ci sta pure bene, ma mi impegneró a guardare avanti. Sicuramente dietro il prossimo angolo ci sarà un jolly di positività e allegria.
Dó un occhiata.
Nano cieco sull'ottantina con bastone in successione a obesa zingara meridionale con baffi e ciabatte rotte. Piedi ormai uno zoccolo caprigno biparte.
Ottimo. Un'escalation di freaks.
Finite le commissioni ritengo opportuno far dietro front e rinchiudermi in casa al sicuro per nutrirmi con qualcosa di proteico.
Ma in effetti mi aspetta la palestra con la settantenne con perizoma tigrato, convinta di essere ancora alla Francesco Conti nell'82; oppure "Sorriso", il laido che puzza di dado Knorr. E sono in una palestra tra le migliori sottolineo, meno male direte voi.
Mi si darà del superficiale, ma cazzo, gli occhi son fatti per guardare, non solo per cliccare "mi piace" sulle foto o per re-twittare i post intelligenti dei colleghi impiegati.
Le belle cose sono solo su internet? O il brutto ci serve per apprezzare meglio la bellezza (che si nasconde a quanto pare)?
Vabè mangio e mi alleno.
E quindi?
E quindi on my way back home incontro in successione.
Il solito spastico con il deambulatore ortopedico; bambino cinese di max 8 anni obeso sui circa 100 chili; e dulcis in fundo?
Rullo di tamburi.
Non ridete che porta male.
Comitiva dell'Anfas con assortimento di teste microscopiche e sindromici di Down.
Allora mi chiedo. Sta succedendo qualcosa?
Questo non è più un segno. È un evento, un epifania orgiastica!
Qualcuno ci sta lucrando, o sono pazzo e li vedo solo io?
Non vorrei aggiungere le moltitudini di teste alla El Shaarawy, ma tocca farlo, perchè mi ricordano tanto i crani modificati degli Aztechi in attesa della fine del mondo.
Ecco il segno: si avvicina l'apocalisse.
Era ovvio, del resto, che l'apocalisse non fosse annunciato da un gruppo di veline, ma da un ensamble di figure diciamo particolari.
Vorrei tanto un Martini molto secco, gin Hendricks (l'ho rivalutato), e cucumber peel.

Ps: nella foto, un pissoir apposito per nani

Wednesday, May 2, 2012

Arrivederci Roma

Prima di parlar male di Woody Allen bisogna pulirsi la bocca.
Ecco fatto, me la sono pulita, quindi ora posso parlarne male.
To Rome with Love è una cagata bestiale.
Vorrei torturare a lungo e orrendamente Jesse Eisenberg. Il giovane architetto.
Ho odiato tutti gli attori meno che la figura allegorica di Alec Baldwin e un anche un pó Penelope Cruz, che mi è sempre stata sul culo, ma messa in un gruppo di sto livello ne esce migliore.
Dove sono finite le belle battute taglienti di Allen? Messe da parte per cadere nel tranello del luogo comune della macchietta dell'italiano medio poco conosciuto dall'americano?
Ma mi chiedo, se lo vedesse un americano penserebbe che quando vai in casa di qualcuno a Roma ti offrono LE TARTINE?
Solo un Woody Allen sarebbe stato capace di giocare sui luoghi comuni senza entrare nel banale. E sembra che non ci sia riuscito.
O l'ha fatto apposta in un attacco di narcisismo senile.
Non a caso in più di una battuta si auto analizza, un suo classico, sul fatto che "soffre di non essere mai riuscito a fare il vero capolavoro".
Di certo non questo.
La presa per il culo degli italiani che sono tutti cantanti potrebbe essere stata carina, ma a patto di sfruttarla in modo più sadico e su vasta scala. Nel film risulta come un caso singolo grottesco ma non così geniale.
La solita cazzata del io tradisco te e tu tradisci me e tutti si tradiscono senza saperlo ma poi torniamo all'ovile più felici e uniti di prima gli è riuscita da schifio. Da nausea trita e ritrita.
La comparsata di Scamarcio fa venire il latte ai coglioni, sembra una pagliacciata tipo "i Legnanesi". Con tutto il rispetto invece per questi ultimi, che stimo.
Uomini brutti e donne belle, perchè come sempre ci mettiamo dell'analisi. Regista complessato e personaggi complessati.
La solita figurina della attricetta lanciata che passa sui sentimenti per far carriera.
Basta!
La solita figura del Bel Paese che peró è un rudere.
Basta!
La solita figura della moglie di Woody Allen attore, coi piedi per terra e sicura di se.
Basta!
Che dire di Benigni? Vogliamo sparare sulla crocerossa?
È come mettersi a parlare di Beppe grillo su Twitter schierandosi da qualsiasi parte.
L'idea che in Italia si diventa famosi per un niente e poi si sparisce nel nulla potrebbe anche essere interessante, ma non è una cosa italiana, riflettiamo, è una cosa nata dall'esempio estero.
Ok, i mass media sono stati inventati da Mussolini, ma il gossip è nato nei paesi anglosassoni se non erro.
La nostra accezione è più legata all'innata caratteristica atavica e nazionale dell'itagliano: l'invidia congenita.
E qui Allen non ci ha preso per niente.
Ci aveva preso bene invece Sophia Coppola in Somewhere.
Molto ma molto meglio fu Midnight in Paris. Vincente perchè visionario e non legato ai cliche.
To Rome with Love non è un film da vedere al cinema, ma in tv o su internet.
Ho gradito molto di più The Avengers in 3D. Almeno i super eroi non mi vogliono fare la moraletta ironico colta da hipster del cazzo con la barba e l'attitudine inquisitrice, ma col braccio senza muscoli.
"Io sono senza fisico, ma sono intelligente, tu sei grosso e quindi sei tipo da Amici della de Filippi".
Ma lo dico qui, meglio un tronista decerebrato che un finto colto invidioso.
Con la barbetta.
Che beve dai bicchieri di plastica.
La genetica è una brutta bestia.