Sto ascoltando Little Lover cantata da Bon Scott. Che se non sbaglio è morto qualche tempo fa. Giusto un pò di tempo fa.
Insomma continuo ad ascoltarla mentre mi trovo proiettato da un drugstore all'altro, attraversando il Minnesota ghiacciato a - 18; il Kansas deserto con le pompe di petrolio vecchissime ancora tetramente in funzione in un disperato nulla; il Colorado con le miniere d'oro e il Norad coi suoi scappati di casa reduci da esperimenti mentali; lo Utah coi camionisti sdentati che ti chiedono se sei in una band.
Ma non solo loro. Tutti te lo chiedono: "Hey ragazzi siete in una band, vero?" E tu gli rispondi, "Si, suoniamo ai funerali. O ai matrimoni
Le prove del fuoco.
Miami e i ragazzi espanglish che ora sono come fratelli. La desolazione psichica di Tampa e il mal di gola del cantante. L'aerosol rotto e la ricerca per l'attrezzo nuovo. Ci vorranno 10 giorni circa e la benevolenza di un negozio di ebrei di Washington che te lo vendono sotto banco. In Usa la macchinetta è fuori legge se non hai il mandato del medico. Solo gli ebrei ti vendono anche la madre. E per fortuna.
La tempesta di neve per arrivare a Philadelphia e l'annullamento della data con conseguente giramento di coglioni e forzato day off (odio i day off, ma relativamente, ti riposi, ma ti rompi i coglioni che la metà basta) nel quale organizziamo un party per i fan in un bar. Conta dei fan: zero, solo noi, Justin il batterista degli Skinny Puppy, il nostro tour manager e i baristi che ci offrono da bere e fanno foto sotto i neon desolati di una meravigliosa città deserta.
New York è ghiacciata, ma è come il muro dove tutti si devono scontrare per battezzarsi a rocker. E ho l'onore infinito di suonare al Webster Hall, che poi è il mitico The Ritz, si, quello dove nell'88 hanno suonato i Guns n Roses. Sei pronto a menartela alla grande quando poi però invece finisci a fare un sound check merdoso e all'ultimo. Ma poi spacchi lo stesso lo stage. Perchè sei il Lord e sei posseduto dagli dei del rock. E perchè tu sei li e il momento diventa eterno. E la voce supera ogni confine con le galassie e senti che stai veramente vivendo solo in quel momento. E ringrazi la vita. Poi finisci nella pattumiera ubriaco e perdi il telefono, chiami e te lo riportano dei ragazzini.
Amici che prendono un aereo dall'Italia per vederti e altri che vengono dal New Jersey.
Fuga da New York e ti svegli nel furgone intirizzito verso le tre del pomeriggio in mezzo al nulla, e ti trovi una ciambella appena fatta sotto il naso. oppure ti fai delle uova e bacon in un diner con gli occhi ancora chiusi e quel sapore di merda in bocca. E puzzi costantemente di whisky dalla pelle, perchè non fai altro che bere quello. Diciotto date in meno di un mese e diciotto bottiglie di Jack Daniels. Escluse le casse di birra e i martini e gli altri bourbon gentilmente offerti dalle care bariste di tutto il Nord America.
Ti presenti coi pass del tour e con una faccia di merda, retaggio terrone, e ti offrono da bere.
Boston e il Royale, gente che viene sempra da più lontano per vederti. Ti si scalda il cuore. Alcuni ti raccontano che è grazie a te che non si sono ancora suicidati, che è grazie alla tua musica e alla tua voce che vanno avanti, che trovano la forza. Ti commuovi.
Ma non troppo. Sei sempre il boss di Detroit e finisci in posti malfamati. Forse quello che ti salva è sempre quello stupido pass che ti porti addosso. Un fan mi fa: " Tu sei un grande, lo sai cosa facciamo qui a Detroit? Bruciamo le chiese." E io, "Giusto, mi sembra giusto." E ci abbracciamo come cugini.
Mangi merda dal mattino alla sera, sempre, eppure non ingrassi. Sei sempre a farti un culo pazzesco.
Volevi fare i Guns n Roses, eh? Ecco, divertiti. Scarica e carica la roba sotto la neve e appena finito lo show, nudo come un verme e sudato come una bestia. Svuotato di tutto.
Gli strip bar di tutto lo stato ci salutano. E noi salutiamo loro.
Gli occhiali persi, le giacche rubate, gli strumenti che si rompono o che smettono di suonare improvvisamente. Le interferenze nei monitor auricolari nel bel mezzo dello show. Smetti di sentire tutto o senti un pezzo di partita di football mentre stai cantando. Scivoli e un ginocchio va a puttane per un paio di giorni. Ma non senti più un cazzo ormai. Non senti quasi più nostalgia di casa. Il tuo punto di riferimento è la bara ambulante e i tuoi compari diventano fratelli. Ti pari il culo a vicenda.
I coglioni che vengono sempre a dirti "Eh, ma la voce era bassa", e tu dopo due o tre volte vuoi spaccargli la faccia.
Sembra Spinal Tap, leggi recensioni belle e recensioni che ti fanno incazzare, di gente che non ha capito un cazzo e non sa il mazzo che ti fai durante un tour. Non l'hanno mai fatto, non lo faranno mai; stanno lì coi loro occhiali e barbe del cazzo, con Wired sulla scrivania, a puntare il dito e a dire che tu sei troppo Motley Crue per il pubblico. Che cazzo dovrei essere, qualche culattone sifilitico di sinistra forse?
Chicago spacca. È la vera Gotham City d'America secondo me, la gente è fantastica, e trovi davvero di tutto. Davvero.
E come cavolo si può mangiare bene in America amici miei! A New Haven, in mezzo al nulla e alla neve ho mangiato da Pepe's Pizza una delle Margherite migliori in vita mia, da reggere il confronto con quella di Michele a Napoli. Non scherzo! E i granchi giganti dell'Alaska.
Denver e gli amici del Colorado. Erano tre anni che non tornavamo lì, tra i vari tour europei e dj set mi mancavano questi posti, e il calore umano che in Europa e specialmente in Italia non c'è più. Perchè siamo un paese di snob e di invidiosi e perchè facciamo la Guerra dei Poveri.
Salt Lake e non hai nemmeno il camerino: "Dove cazzo è il MIO camerino?!" "Stai calmo Axl! Va tutto bene Axl, Ora ti diamo il tuo Xanax!"
È sempre più Spinal Tap. Ma fai sempre due warm up, prima e dopo il sound check, e stretching e ti pompi con gli elastici e le flessioni al suono dei Fastway. Prendi la bandiera, ti fai uno shot di jack (o due) e sali sul palco durante la intro e il cuore smette di battere. Alzi la mano e centinaia di persone la alzano e gridano. E con questo gioco tu muori e rinasci ogni giorno.
E ti ritrovi una settimana dopo, finalmente a casa tua, nel vecchio continente, tre chili meno, occhiaie da cadavere, con la schiena a pezzi, imbottito di Synflex, in rehab, non riesci a dormire per il jet lag, a vagare per la casa col pass. Magari troverai qualcosa nel frigo, oppure tua moglie ti farà entrare nel privè del letto.
Dopo averti dato una bella strigliata con tutti i disinfettanti esistenti.
Diciotto bottiglie di Jack e una media di 250 bottiglie e lattine di birra, a volar bassi. E tutto il resto.
La sveglia al mattino è, ironia della sorte, sempre e comunque Una Splendida Giornata di Vasco Rossi.
E rifaresti tutto ancora e ancora, perchè ormai sei uno zingaro. E perchè È bello doppo il morir, Vivere anchora.