Prima di parlar male di Woody Allen bisogna pulirsi la bocca.
Ecco fatto, me la sono pulita, quindi ora posso parlarne male.
To Rome with Love è una cagata bestiale.
Vorrei torturare a lungo e orrendamente Jesse Eisenberg. Il giovane architetto.
Ho odiato tutti gli attori meno che la figura allegorica di Alec Baldwin e un anche un pó Penelope Cruz, che mi è sempre stata sul culo, ma messa in un gruppo di sto livello ne esce migliore.
Dove sono finite le belle battute taglienti di Allen? Messe da parte per cadere nel tranello del luogo comune della macchietta dell'italiano medio poco conosciuto dall'americano?
Ma mi chiedo, se lo vedesse un americano penserebbe che quando vai in casa di qualcuno a Roma ti offrono LE TARTINE?
Solo un Woody Allen sarebbe stato capace di giocare sui luoghi comuni senza entrare nel banale. E sembra che non ci sia riuscito.
O l'ha fatto apposta in un attacco di narcisismo senile.
Non a caso in più di una battuta si auto analizza, un suo classico, sul fatto che "soffre di non essere mai riuscito a fare il vero capolavoro".
Di certo non questo.
La presa per il culo degli italiani che sono tutti cantanti potrebbe essere stata carina, ma a patto di sfruttarla in modo più sadico e su vasta scala. Nel film risulta come un caso singolo grottesco ma non così geniale.
La solita cazzata del io tradisco te e tu tradisci me e tutti si tradiscono senza saperlo ma poi torniamo all'ovile più felici e uniti di prima gli è riuscita da schifio. Da nausea trita e ritrita.
La comparsata di Scamarcio fa venire il latte ai coglioni, sembra una pagliacciata tipo "i Legnanesi". Con tutto il rispetto invece per questi ultimi, che stimo.
Uomini brutti e donne belle, perchè come sempre ci mettiamo dell'analisi. Regista complessato e personaggi complessati.
La solita figurina della attricetta lanciata che passa sui sentimenti per far carriera.
Basta!
La solita figura del Bel Paese che peró è un rudere.
Basta!
La solita figura della moglie di Woody Allen attore, coi piedi per terra e sicura di se.
Basta!
Che dire di Benigni? Vogliamo sparare sulla crocerossa?
È come mettersi a parlare di Beppe grillo su Twitter schierandosi da qualsiasi parte.
L'idea che in Italia si diventa famosi per un niente e poi si sparisce nel nulla potrebbe anche essere interessante, ma non è una cosa italiana, riflettiamo, è una cosa nata dall'esempio estero.
Ok, i mass media sono stati inventati da Mussolini, ma il gossip è nato nei paesi anglosassoni se non erro.
La nostra accezione è più legata all'innata caratteristica atavica e nazionale dell'itagliano: l'invidia congenita.
E qui Allen non ci ha preso per niente.
Ci aveva preso bene invece Sophia Coppola in Somewhere.
Molto ma molto meglio fu Midnight in Paris. Vincente perchè visionario e non legato ai cliche.
To Rome with Love non è un film da vedere al cinema, ma in tv o su internet.
Ho gradito molto di più The Avengers in 3D. Almeno i super eroi non mi vogliono fare la moraletta ironico colta da hipster del cazzo con la barba e l'attitudine inquisitrice, ma col braccio senza muscoli.
"Io sono senza fisico, ma sono intelligente, tu sei grosso e quindi sei tipo da Amici della de Filippi".
Ma lo dico qui, meglio un tronista decerebrato che un finto colto invidioso.
Con la barbetta.
Che beve dai bicchieri di plastica.
La genetica è una brutta bestia.
alleluya! l'ho visto il giorno della prima e sono uscita dal cinema che mi prudevano le mani. Gli sarebbe bastato poco -davvero poco- per non fare qualcosa di così penoso. Terribile su ogni fronte, slegato nel descrivere le trame parallele, inconcludente e soprattutto: non commedia, nè tragedia, insomma niente. Felice di aver trovato qualcuno che non cada nel clichè di "è Allen, qualsiasi cosa faccia è bellissimo".
ReplyDeleteFelice di avere una nuova lettrice!
DeleteLord